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Arte
sacra antica e
contemporanea /
Federico Cozzucoli -
Il dialogo
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Dal 16
aprile al
9 maggio
2009
Oppido
Lucano
(PZ)
CONVENTO
DI
SANT'ANTONIO
(85015)
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Mostra
collettiva di
arte sacra e
personale
dell'artista
Federico
Cozzucoli.
biglietti:
ingresso
libero
vernissage:
16 aprile
2009. ore 19
catalogo:
critico a cura
di Erica
Olmetto
telefono
evento:
+39 3483790734
telefono
evento:
+39 3483790734
email:
info@artitudo.it
web:
www.artitudo.it
genere:
arte antica,
arte
contemporanea,
collettiva
comunicato
stampa: Si
comunica che
nell'ambito
della
manifestazione
"Arte
sacra antica e
contemporanea"
organizzata
dall'Associazione
culturale
Artitudo, in
collaborazione
con i Padri
Francescani
del Convento
di Sant'
Antonio di
Oppido Lucano
e la Cineteca
Lucana, sarà
inaugurata il
giorno 16
Aprile alle
ore 19,00 la
mostra di Arte
Contemporanea
dell'artista
Federico
Cozzucoli
intitolata Il
dialogo.
Allestito nel
meraviglioso
contesto del
Convento di
Sant'Antonio a
Oppido Lucano,
il progetto
della mostra
prevede che le
opere del
Cozzucoli
dialoghino con
gli affreschi
preesistenti
di Giovanni
Todisco da
Abriola. Verrà
inoltre
redatto un
catalogo
critico a cura
di Erica
Olmetto.
Contestualmente
sarà
allestita una
Mostra di Arte
Sacra a cura
della Cineteca
Lucana che
ripercorre i
passi più
significativi
che la Chiesa
ha compiuto
per diffondere
la Dottrina
Cristiana.
L'intera
manifestazione
si svolgerà
dal 16 Aprile
al 9 Maggio
2009 a Oppido
Lucano con
l'intento di
valorizzare
l'arte sacra
"antica"
presente in
tante chiese e
conventi della
Basilicata
mettendola a
confronto con
le opere di
arte sacra
contemporanea.
A questo scopo
è stato
inoltre
bandito un
Concorso dal
titolo
"L'arte
sacra secondo
me", che
vedrà
impegnati
nella
produzione di
elaborati i
giovani delle
Scuole Medie
Inferiori ed
Elementari di
Oppido Lucano
e dei paesi in
cui il Todisco
ha operato:
Abriola (
paese natìo)
Anzi,
Laurenzana,
Cancellara,
Avigliano e
Rivello.
Sempre il 16
aprile è
prevista anche
la premiazione
delle opere
vincitrici.
Dal testo
critico in
catalogo a
cura di Erica
Olmetto:
"Grazie
all'arte il
ruolo
dell'artista (F.Cozzucoli)
in questo
contesto
diventa
funzionale
alla propria
poetica ma
anche al luogo
sacro in cui
si accinge ad
operare,
offrendo dal
punto di vista
artistico e
culturale
momenti di
riflessione
verso temi di
importanza
storica e
contemporanea.
L'installazione
delle opere,
realizzate con
tecnica mista
e spesso con
l'ausilio
della
fotografia e
della pittura,
segue la
successione
delle stanze
dove si
trovano gli
affreschi di
Giovanni
Todisco da
Abriola,
costruendo in
sequenza un
percorso
narrativo di
integrazione e
rafforzamento
in chiave
contemporanea
delle immagini
preesistenti e
del loro
significato
religioso".
IL DIALOGO
L'importanza
del Dialogo
nell'operazione
artistica
ideata da
Federico
Cozzucoli per
il convento di
Sant'Antonio,
situato vicino
a Oppido
Lucano, è
confermata dal
valore
attribuito
alla
comunicazione
con il
soggetto
religioso.
Inserito in un
contesto
particolare
come il
convento dei
frati
francescani
nei pressi di
un antico
borgo della
Basilicata e
in sintonia
con il ciclo
di affreschi
storicamente
più
importante del
territorio, la
mostra,
presentata
all'interno
del progetto
"Arte
sacra, antica
e
contemporanea",
si
caratterizza
per l'attenta
ricerca
concettuale e
visiva, nel
tentativo di
creare una
sorta di
rapporto
continuo con
le opere
preesistenti
attraverso
l'integrazione
e il dialogo.
Lo scopo del
progetto è
quello di
lasciare
intatto il
valore
intrinseco
delle opere
autoctone nel
totale
rispetto della
loro identità.
L'artista ha
volutamente
chiesto di
lasciare
inalterato lo
stato
preesistente
delle sale del
convento, così
da rafforzare
il valore
degli
affreschi da
un punto di
vista
didascalico e
riconoscendo
alle antiche
pitture il
ruolo primario
di iniziazione
nell'intero
percorso
artistico.
L'utilizzo
dell'iconografia
religiosa,
aspetto
costante nella
produzione e
nelle
performance
artistiche di
Cozzucoli,
facilita
senz'altro
questo
connubio che
non è affatto
casuale ma
rappresenta il
"collante"
che unisce le
due realtà,
il vecchio e
il nuovo, in
un rapporto
maturo e
simbiotico.
Grazie
all'arte il
ruolo
dell'artista
in questo
contesto
diventa
funzionale
alla propria
poetica ma
anche al luogo
sacro in cui
si accinge ad
operare,
offrendo dal
punto di vista
artistico e
culturale
momenti di
riflessione
verso temi di
importanza
storica e
contemporanea.
L'installazione
delle opere,
realizzate con
tecnica mista
e spesso con
l'ausilio
della
fotografia e
della pittura,
segue la
successione
delle stanze
dove si
trovano gli
affreschi di
Giovanni
Todisco da
Abriola,
costruendo in
sequenza un
percorso
narrativo di
integrazione e
rafforzamento
in chiave
contemporanea
delle immagini
preesistenti e
del loro
significato
religioso.
Osservando gli
affreschi di
Todisco si può
notare come i
preziosi
frammenti di
pittura
riprendano in
modo preciso
la narrazione
e i contenuti
simbolici
delle Sacre
Scritture
volute dalla
committenza
religiosa, i
frati del
convento di
Sant'Antonio.
Considerata la
presenza della
trilogia
Melkisedek ,
Davide e Mose',
raffigurata
nelle lunette
delle grandi
finestre,
nella prima
sala l'uomo in
armi
raffigurato da
Todisco -
secondo un
interpretazione
più coerente
Zurlo il
finanziatore
dell'intera
opera
commissionata
dai Frati - è
invece
identificato
dal Cozzucoli
con la figura
di re Davide.
Rispetto a
queste
considerazioni,
l'opera
dedicata
all'episodio
di Davide e
Golia, nella
quale si
ritrovano
precisi
riferimenti al
travestimento
bellico,
interagisce
con la figura
presente
nell'affresco
attraverso la
reinterpretazione
del passo
biblico.
Sempre nella
prima sala
l'artista
sceglie di
allestire
l'opera
dedicata a
Madre Teresa e
alla
Principessa
Diana, omaggio
dell'artista
al passo
biblico
dipinto da
Todisco nella
seconda sala.
La decisione
di collocare
l'installazione
nella sala
antecedente è
dovuta alla
presenza di
una finestra
che si
affaccia sulla
corte esterna
dove c'è un
pozzo, fulcro
della scena
principale
dell'episodio
della
Samaritana.
Alla
raffigurazione
della donna di
Samaria che
attinge
l'acqua per
dar da bere a
Gesù,
l'artista
accosta quella
di Madre
Teresa
benedicente e
la principessa
Diana china
verso la fonte
dalla quale
attingerà
l'acqua della
redenzione.
Con la stessa
chiave di
lettura
Cozzucoli
interpreta
altri solenni
passi biblici
caricando
maggiormente
il significato
del Dialogo,
ossia di tutta
l'operazione
culturale
intrapresa.
Introducendo
nuovi punti di
vista per lo
spettatore,
che avrà
quindi la
sensazione di
trovarsi
coinvolto in
un percorso
narrativo
caratterizzato
da una
profonda
intimità
religiosa,
l'artista
contemporaneo
interviene
nell'affresco
dove Todisco
racconta la
storia di
Giuditta
inserendo
nella parte
lacunosa la
reinterpretazione
della Giuditta
moderna che
taglia la
testa a
Oloferne,
proponendo
l'autoritratto
di evidente
sapore
caravaggesco.
La presenza
nella stessa
sala della
statua
dedicata alla
Madonna, La
donna vestita
di sole,
denota
l'intenzione
da parte di
Cozzucoli di
evidenziare
l'analogia con
la Giuditta
del passo
biblico
rappresentato
da Todisco
dove ci si
riferisce a
lei come
"benedetta
più di tutte
le donne che
vivono sulla
terra".
Nell'ultima
sala, dove
Todisco ha
dipinto
l'episodio
biblico della
"Manna
nel
deserto",
l'artista,
realizzando La
moltiplicazione
dei pani,
propone il
collegamento
con il passo
del Vangelo di
Giovanni sulla
"Moltiplicazione
dei Pani e dei
Pesci",
dove si cita
il passo
dell'Esodo e
dal quale
Cozzucoli ha
attinto il
significato
del pane
interpretandolo
nelle ultime
opere esposte
come simbolo
dell'Eucaristia.
In riferimento
alle parole di
Crtisto
"Sono
venuto perché
coloro che non
vedono vedano
e coloro che
vedono
diventino
ciechi",
l'operazione
artistica si
chiude con
l'ultima opera
"La prima
e ultima
volta"
allestita
sotto
l'affresco di
Todisco
dedicato al
passo del
"cieco
nato". Le
figure del
Cozzucoli sono
senza volto
come fossero
abbagliate
dalla troppa
luce,
allusione alla
luce di Cristo
che ha aperto
gli occhi di
coloro che
hanno voluto
conoscere Dio
e ha accecato
quelli di
coloro che non
hanno creduto
preferendo
alla
redenzione le
tenebre
dell'oscurità
e della morte.
Erica Olmetto
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